L’innovazione in città guidata dai giovani: Urban Center e Città Metropolitana insieme per un processo partecipativo

Punti d’osservazione dei fenicotteri, book sharing, aree di sosta e camping, murales e realtà virtuale per raccontare la storia della città: la partecipazione giovanile e delle comunità nei processi di sviluppo e rigenerazione urbana sono un valore aggiunto.

Il Laboratorio di Innovazione Urbana nato dal partenariato tra Urban Center (partner promotore del progetto Erasmus+ “Youth Urban Action”) e la Città Metropolitana di Cagliari, è stato l’occasione per dimostrare concretamente la funzionalità di un approccio condiviso all’innovazione urbana.

Se il progetto europeo ha come obiettivo favorire l’uso di metodi di partecipazione e co-progettazione innovativi attraverso il coinvolgimento di giovani e organizzazioni giovanili, il laboratorio si è inserito in questo contesto avendo come oggetto la prima parte della “Via d’acqua” del Canale Navigabile della città di Cagliari (opera finanziata attraverso il PNRR), ovvero quella che si dispiega nei canali interni, dalla testa del Canale Terramaini (Rio Saliu) fino alla foce nel porto di Cagliari presso il Padiglione Nervi.

Ventisei i giovani partecipanti che – provenienti da Italia, Romania, Germania, Austria e Turchia – hanno lavorato al processo di progettazione del Canale attraverso l’emissione di idee per quanto concerne la realizzazione delle fermate del Canale: essendo lo sviluppo delle vie d’acqua un’azione volta a offrire nuove opportunità di connessione e di fruizione dello spazio pubblico, i partecipanti al Laboratorio di Innovazione Urbana hanno ragionato attorno alle occasioni che la nuova opera pubblica in fase di progettazione può offrire alle persone che si spostano e che vivono la città, a partire dallo scenario.

I risultati

Non semplici fermate ma luoghi di interazione.
Sulle varie tappe del Canale, nessun dubbio: la volontà è quella di ampliare le loro funzioni da semplici stazioni a aree di sosta, intrattenimento e risposta ai bisogni che chi attraversa la città può avere.
Fondamentale quindi la creazione di installazioni artistiche o più in generale interventi di arte pubblica che identifichino e rendano unica ogni fermata. Dal Laboratorio è poi emersa la volontà sia di configurare alcune stazioni come aree relax (con piccole stazioni di bookcrossing, colonnine di ricarica energetica, wifi, acqua potabile e spazi ludici), sia di caratterizzarle con punti di bike sharing lungo il percorso ciclopedonale o punti di osservazione della natura e del paesaggio circostante, accompagnati da una cartellonistica informativa che sia inoltre veicolo utile anche a raccontare la storia di quella zona della città.

Alla base c’è quindi l’idea di valorizzare il percorso di mobilità trasformandolo anche in un percorso esperienziale attraverso la creazione di un itinerario artistico, di sistemi di noleggio e ulteriori modalità di fruizione dello spazio, di attività ed eventi open air lungo il percorso (come attività di outdoor education con le scuole) o sistemi di gamification che permettano la scoperta e fruizione del percorso attraverso modalità di gioco fisico o virtuale.

Modelli e occasioni

L’accessibilità e l’eliminazione di eventuali barriere architettoniche è stata una delle priorità della progettazione insieme anche a un’indagine su quale possa essere un modello di gestione dello spazio, funzionale alla mobilità e alla fruizione completa del tragitto. Le soluzioni possono essere una gestione pubblica dell’infrastruttura principale e privata dei servizi di fruizione dello spazio differenti (kayak, biciclette, pedalò ecc.), oppure affiancata a partner tecnici (come associazioni o società sportive) che si occupino delle modalità di fruizione di sistemi di mobilità leggera o di arricchimento qualitativo delle fermate.

Tra le soluzioni proposte però c’è anche quella che contempla un modello innovativo di realizzazione delle stazioni: alla prima fase di creazione dell’infrastruttura di base può seguire una seconda fase volta alla creazione degli elementi legati al percorso esperienziale ed all’arricchimento delle fermate attraverso una co-progettazione tematica con il terzo settore o specifici bandi e gare per la realizzazione di componenti o funzioni da inserire nelle fermate.

In conclusione, il Laboratorio e la partnership con la Città Metropolitana sono stati un’occasione utile per guardare alla città e soprattutto al suo futuro: sostenibilità, accessibilità, cultura e partecipazione sono stati quattro elementi chiave di un processo creativo di emissione di idee che ha guardato al presente lavorando al progetto del Canale Navigabile della città di Cagliari, utilizzando come chiave di pensiero e d’azione un futuro quanto più inclusivo, partecipato e accessibile possibile.

Trovi l’intero report sul Laboratorio qua: Report_Laboratorio di Innovazione Urbana REV_.docx (1)

– L’iniziativa, oltre che all’interno delle attività del progetto Youth Urban Action, si inquadra all’interno di una serie di eventi e di  processi di ”Governo Aperto” portati avanti dalla Città Metropolitana di Cagliari, che hanno dato vita, tra gli altri, alla nascita di LABMET- laboratorio di innovazione urbana e alla piattaforma di partecipazione pubblica dell’Ente. LTra gli interventi oggetto delle diverse consultazioni pubbliche attuate,  emerge quello delle “Vie d’acqua – Canale Terramaini – La Palma”, progetto finanziato all’interno del Piano Urbano Integrato – Anello Sostenibile – dai fondi del PNRR.