Turistificazione e Gentrificazione: Similitudini e differenze dei processi che plasmano le città

Il turismo, per via delle forme in cui si è articolato e delle dimensioni che ha assunto nel corso del tempo, può essere considerato come uno dei principali fenomeni dell’età contemporanea. Per via di questa sua importanza, nonostante la violenta battuta d’arresto durante l’emergenza covid, è diventato una pratica fondamentale per la riproduzione del sistema capitalistico, guidata dalle dinamiche sociali, politiche, culturali ed economiche della globalizzazione.

La sua centralità come pratica essenziale nella cultura del consumo di massa, trova riscontro in un sistema di produzione turistico organizzato su scala globale diventando inoltre, nel corso degli ultimi trent’anni, elemento di contesa tra le città di tutto il mondo. Nelle strategie di sviluppo adottate dai governi urbani, infatti, in linea con il modello dell’urbanesimo neoliberale, lo sviluppo turistico viene considerato un fattore chiave per la crescita economica delle città, in grado di innescare processi di rigenerazione urbana. Ma se da un lato il turismo per anni è stato (e continua ad essere) rappresentato come una panacea in grado di risolvere diversi problemi di sviluppo economico, dall’altro è evidente l’impatto che produce sullo spazio urbano; come qualsiasi processo antropico d’altronde, il turismo  agisce nelle dinamiche di ristrutturazione dei territori, diventando un importante vettore di trasformazione spaziale, economica, sociale e culturale delle città e i cui effetti negativi diventano difficilmente governabili. Nel corso degli anni sono emerse diverse interpretazioni critiche riguardo all’impatto del turismo nello spazio urbano che hanno evidenziato i limiti della strategia di sviluppo legata al turismo. Diversi studi hanno cominciato ad evidenziare i possibili effetti negativi e come la crescita dei flussi turistici ha causato l’intensificazione dei processi di turistificazione, un fenomeno di vecchia data ma concettualizzato di recente. Nato in ambito accademico e successivamente entrato nel dibattito pubblico attraverso i media, il concetto di turistificazione ha cominciato ad emergere dopo la fase di rinascita del turismo urbano degli anni Novanta. Il turismo quindi, negli ultimi anni, è passato dal essere considerato esclusivamente come un’opportunità a diventare anche un problema e possiamo definire in maniera generica la turistificazione come «un concetto che racchiude al suo interno la molteplicità delle conseguenze del turismo di massa sui processi di ristrutturazione degli spazi urbani o di alcune loro sezioni».

Anche se tale tendenza risulta essere globale, in quanto investe molte città di tutto il mondo, esistono comunque delle differenze legate al contesto geografico nelle cause e nella manifestazione delle conseguenze del turismo di massa nei processi di ristrutturazione urbana. Per quanto riguarda l’ambito europeo, secondo uno studio di Jorge Sequera e Jordi Nofre (2018)  sono 3 i fattori in grado di spiegare l’ondata di turistificazione che recentemente ha investito le città sud europee: a) l’instabilità geopolitica durante l’ultimo decennio di alcune  destinazioni turistiche (come il Maghreb, l’Egitto e i paesi del Medio Oriente); b) la percezione riguardo al settore alberghiero e a quello immobiliare legato all’uso turistico come aree di investimento sicure in tempi di instabilità dei mercati finanziari; c) l’adozione del turismo, della movida, della cultura e del tempo libero come strategia urbana chiave per la ripresa economica dopo la crisi finanziaria del 2008. L’adozione di questa strategia è legata alle tendenza globale alla competizione intraurbana e interurbana, che ha portato il turismo, l’intrattenimento, la cultura e la movida ad assumere un ruolo centrale nelle politiche di rigenerazione urbana e di rivitalizzazione socioeconomica delle ex aree degradate della città postindustriale. 

Un ulteriore fattore di portata più generale alla base della più recente ondata di turistificazione è legato all’espansione della mobilità legata al turismo e al tempo libero. Negli ultimi anni la diffusione delle compagnie aeree low-cost e delle piattaforme online per l’affitto di alloggi a breve termine, come Airbnb, hanno dato un contributo fondamentale per la crescita dei flussi turistici verso le città. La diffusione di Airbnb e di altre piattaforme per l’affitto di alloggi a breve e termine hanno portato ad una rivoluzione senza precedenti nel settore dell’accoglienza turistica determinando l’espansione del mercato (formale e informale) degli alloggi turistici, un processo non privo di impatti di natura economica, spaziale e sociale. La diffusione delle piattaforme per gli affitti di breve durata infatti, non si limita a contribuire ad aumentare la capacità ricettiva delle aree urbane, ma cambia radicalmente la morfologia della città turistica in quanto modifica la disponibilità e l’accessibilità degli alloggi, determina uno spostamento permanente dei residenti fino a trasformare l’ecologia sociale dei quartieri più colpiti. Sebbene la turistificazione sia un fenomeno di vecchia data, l’ultima ondata che ha travolto le città europee è stata caratterizzata da questa singolarità della trasformazione delle abitazioni in merce turistica che incide direttamente sulla struttura sociale dei quartieri colpiti, in quanto gli alloggi ad uso turistico sostituiscono gradualmente quelli ad uso residenziale. Questo fattore ci aiuta rendere più chiaro come il turismo in ambito urbano generalmente non crea il proprio spazio, ma rifunzionalizza e ridefinisce lo spazio preesistente, in particolare quello dotato di valore del patrimonio urbano, come i centri storici (Calle-Vaquero 2019). Ma gli effetti della turistificazione legati alla diffusione degli alloggi a breve termine, non si limitano solo ai quartieri storici delle città o a quelle zone già turistificate. Se in questi quartieri l’effetto è quello di un ulteriore intensificazione della turistificazione, la diffusione di Airbnb e di altre piattaforme simili nelle zone tipicamente residenziali causano l’invasione turistica e, in alcuni casi, la comparsa di altri fenomeni più tipicamente urbani come la gentrification (ibidem).

Diversi studi infatti hanno cercato di mettere in evidenza la relazione tra turismo, turistificazione e gentrification. Uno dei primi studi è quello di Gotham (2005), il quale ha concettualizzato una particolare forma di gentrification, la tourism gentrification che può essere definita come «la trasformazione di un quartiere della classe media in un’enclave relativamente ricca ed esclusiva contrassegnata da una proliferazione di luoghi di intrattenimento e turismo». Altri studi invece mirano a non fare nessuna distinzione tra i due fenomeni, sottolineando come la turistificazione può essere definita come un processo di gentrification causata dal turismo, e quindi che la tourism gentrification è più di una semplice trasformazione di un’area residenziale in una destinazione turistica (Cocola-Gant, 2018). Altri studi adottano un approccio più morbido, considerando l’eccessivo afflusso di visitatori e la turistificazione come un possibile fattore di trigger per la gentrification (Barata-Salguiero, Mendes, & Guimaraes, 2017) o, più specificamente, che il turismo possa contribuire alla gentrification residenziale (Gravari-Barbas, 2017). Anche un recente studio di Luis Mendes (2018) sostiene che la turistificazione può essere definita come «la nuova frontiera urbana della gentrification» in quanto sotto la pressione turistica gli ex quartieri storici della classe operaia delle città dell’Europa meridionale sono stati trasformati in luoghi di consumo e siti turistici.

Nonostante esista una correlazione tra turistificazione e gentrification, i processi di turistificazione in questi studi vengono spiegati all’interno del paradigma della gentrification il quale a sua volta viene associato ai cambiamenti urbani in generale in una visione, in un certo senso, totalizzante (Calle-Vaquero, 2019). Ciò avviene soprattutto per spiegare le trasformazioni in corso nelle città dell’Europa meridionale, dove la gentrification viene ricondotta alla tourism gentrification e questa alla turistificazione, senza tener conto della storia turistica plurisecolare di alcune città e che gli effetti del turismo sulle città sono oggetto di studio da diversi decenni (ibidem).  Nonostante esista una correlazione, i due fenomeni presentano delle differenze. Nel già sopracitato studio di Sequera e Nofre (2018), gli studiosi evidenziano come la turistificazione e la gentrification sono entrambi due processi capitalistici, che possono essere complementari e simultanei, non per forza antagonisti tra loro, ma che comunque restano distinti. I due studiosi utilizzano le quattro condizioni identificate da Davidson e Lees (2005) per definire la gentrification (esistenza di investimenti di capitali pubblici e / o privati; cambiamenti nel paesaggio urbano; arrivo di nuovi residenti altamente qualificati e / o ad alto reddito; espulsione della popolazione con risorse inferiori) per rendere più chiara la distinzione tra turistificazione e gentrification.  Prendiamo ad esempio una delle più evidenti condizioni della gentrification, la sostituzione della popolazione più povera di un quartiere con una dotata di maggiori risorse. Se questo è un elemento cardine della gentrification, che rende questo fenomeno un’articolazione della lotta di classe (Smith, 1996), nel caso della turistificazione non possiamo parlare di una vera e propria sostituzione di una popolazione più povera con una più ricca. Il “turista comune” è parte di quella popolazione dei city users che ha un ruolo centrale nel produrre, riprodurre e consumare lo spazio urbano quotidiano, ma non possiamo ricondurlo ad una determinata classe sociale. La popolazione dei turisti è una popolazione eterogenea dal punto di vista dell’appartenenza di classe e, di conseguenza, delle pratiche culturali e del proprio habitus. Un’eccessiva presenza turistica in un quartiere non determina una sostituzione dei residenti sulla base dell’appartenenza di classe, ma più che altro causa un suo svuotamento in quanto la turistificazione compromette la qualità della vita del quartiere. Infatti, la reazione nei confronti del turismo è frequente anche in quei quartieri già gentrificati che vengono sottoposti ad un intenso processo di turistificazione e spesso sono gli stessi nuovi residenti a portare avanti azioni di protesta, in quanto l’eccessiva presenza turistica può comportare il deterioramento della vivibilità del quartiere e uno spopolamento nei casi più critici (Sequera & Nofre, 2018). Un altro elemento di differenza che possiamo prendere a titolo d’esempio, è legato ai cambiamenti nel paesaggio urbano indotti dai due fenomeni. Nei processi “classici” di gentrification, la trasformazione del paesaggio risponde ad una spazializzazione dei modelli di consumo delle classi superiori, ovvero nella sostituzione delle vecchie attività di commercio e ristorazione con attività in linea con le esigenze e i gusti dei nuovi residenti. Anche attraverso la turistificazione le attività commerciali vengono rifunzionalizzate per le esigenze di consumo dei turisti, ma in questo caso la trasformazione del paesaggio urbano può essere definita come «a new Fordist standardisation of the urban landscape through the rapid expansion of low-cost, franchised retailing, which today is present in most central areas of the “Tourist City” across the globe» (ibidem). Nonostante le differenze, tra gentrification e turistificazione può esistere una correlazione. Un quartiere gentrificato può infatti diventare un’attrazione turistica, così come un quartiere che viene “scoperto” dai viaggiatori, in quanto “tipico” o “caratteristico”, può aumentare il suo appeal residenziale per un certo tipo di popolazione. Ma la correlazione può essere anche negativa in quanto i due processi possono essere esclusivi ed atantagonisti tra di loro; ciò si verifica, ad esempio, quando la stessa pressione turistica finisce per espellere da un quartiere quei gruppi sociali che sono stati protagonisti della prima gentrificazione residenziale. In conclusione possiamo dire che ciò che accomuna gentrificazione e turistificazione non sono gli effetti che producono, ma il fatto che entrambi i fenomeni possono essere considerati come parte di una nuova strategia globale che mira alla mercificazione del paesaggio urbano postindustriale, articolata in diverse tattiche.